venerdì 24 luglio 2009

VIAGGI PRE-FERIALI n°2 - Trasloco Edurne e Pamplona.

Come avete letto nel post precedente, Edurne decide di lasciare Valencia e tornare a Pamplona. In un occasione durante la primavera, le avevo suggerito di affittare un furgone per trasportare la bici e le mille cianfrusaglie che solo una donna può accumulare in 4 anni. Nel caso avessi avuto tempo, avrei guidato io fino a Pamplona, così da restare qualche giorno in S.Fermin. Nelle settimane la situazione si complica: mi incastro con gli esami e i biglietti già comprati, ho il mio trasloco da fare e al viaggio si aggiunge Marianna, l'amica intima di Edurne. Cerco fin da ultimo di ritirarmi dalla mia proposta. C'ero quasi riuscito, fino a quando il noleggiatore d'auto sbaglia: affitta ad Edurne un furgone Jumpy, al posto di una Berlingo. Marianna ha la patente da solo 3 mesi, si rifiuta di condurre il furgone. Sotto prestito per il mio trasloco, decido di portare io le donne a Pamplona. Tornerò dopo due giorni in autobus, ho gli esami e non posso godermi S.Fermin.


Venerdì 2 Luglio finisco con una gran sudata il mio trasloco. Dopo aver discusso con i proprietari sulla pulizia, sabato usciamo tutti dal piso. Pierre inizia il suo nomadismo negli appartamenti degli amici; Io, Edurne e Marianna il nostro viaggio verso Pamplona.

Non si inizia bene, dopo 3 chilometri rischio di fare un incidente. Mi spiego: nella periferia di Valencia di sono grandi rotonde con ampie entrate ed uscite. L'entrata alla rotonda è composta da 4/5 carreggiate, se ti introduci nella rotonda dalle prime carreggiate sulla sinistra, indichi ai colleghi automobilisti che non proseguirai alla prima uscita (salida), ma continuerai all'interno della rotonda. L'inverso se entri da una carreggiata sulla destra, esterna: indichi agli altri automobilisti che svolterai subito sulla destra per uscire. Bene, con questa premessa, mi ero fermato sulla penultima carreggiata destra nell'entrata della rotonda che porta a Barcellona. Eravamo fermi al semaforo (l'entrate sono regolate da semafori), in prima fila, alla mia destra avevo un'altra auto. Scatta il verde, partiamo; io comincio a spostarmi sulla destra per uscire, l'auto accanto a me (quindi più vicino all'uscita) si muove a sinistra per continuare nella rotonda. I mezzi si sfiorano fino quasi a toccarsi; Marianna, seduta vicino al finestrino, urla dallo spavento. Mi allontano, e perduta ormai l'occasione d'uscire, ci ritroviamo al semaforo nel mezzo della rotonda con l'imbecille al lato. Iniziamo a discutere, io poco, ero lontano; ma le due donne erano infuriate per lo spavento. Quando riparto sono nella metà esterna della rotonda, ma devo continuare a sinistra nella rotonda per ritrovare l'uscita esatta; le macchine mi suonano a riprova della regola generale.

Il viaggio continua nell'autostrada (autopista) per Barcellona, dove si palesa un errore clamoroso: non aver studiato il percorso, lasciando tutto in mano alle donne.

Io:”Edurne? Dove andiamo?”
Edurne: “Per Turuel, poi Zaragoza e infine Pamplona”
I: ”Ok, ma la deviazione dove sta?”
E: “Non lo so, per Pamplona ho sempre viaggiato di notte, la deviazione non l'ho mai vista!”
I: “Ah, bene”
Marianna: “Si dai, quella deviazione dove dopo si incontrano i peines
I: “Si, posso aver capito, ma i pettini si trovano dopo, io come so quale è la deviazione?”
E: “Boh, sarà questa...esci!”
I: “Segura?”
E: “Si, ti dico!”

Persi.

Ci ritroviamo nel mezzo della campagna valenziana, fra i paeselli chiediamo a due benzinai. Dopo mezz'ora siamo nuovamente in strada. Ci aspettava un viaggio di circa 5 ore.

Edurne: “Allora, il viaggio è lungo e stancante, ogni 45/60 minuti ci fermiamo”
Marianna: “Ok”
Io: “No assolutamente! Guido io, e decido io quando fermarmi. Ovvero, quando a me scoppierà la vescica. Quindi la reggete (Entonces, la aguantaìs)”
Regola del viaggiatore di furia: meno ci si ferma, prima si arriva.

Il viaggio prosegue nel paesaggio tipico spagnolo: secco, cespuglioso, con pochi alberi e un po' siciliano.
Usciamo per pranzare con i panini portati da casa, rientrando troviamo una grande fabbrica di prosciutti (Jamones) con museo e statua gigante. Capisco da indagini successive che siamo nella zona di produzione del famoso Jamon DOCG di Teruel (http://www.jamondeteruel.com/ultimasnoticias.php)

Viaggiamo tranquilli fino alla provincia di Navarra, ora il paesaggio è simile al laziale.
Al casello dell'autostrada di Navarra c'è la Guardia Civil (i carabinieri). Sono dopo il casello, in posto di blocco, ci stanno guardando mentre prendiamo il biglietto. S.Fermino attira molto “traffico”, stanno controllando tutti i furgoni, quindi anche il nostro. Ci fermano.

Polizia: “Buenas Tardes, puedes bajar por favor
IO: “Claro que si
P: “Devo controllarla addosso, quindi adesso segua le mie istruzioni senza opporre resistenza!” GULP!
Si mette i guanti

P: ”Adesso tiri fuori tutto ciò che ha in tasca e lo lasci in questa vaschetta”
Inizio a svuotare le mie tasche piene, ho molti fazzoletti usati, nell'occasione li getto nel cestino.
P: “Ok, ma non perdiamo tempo. Via, allarghi le braccia”
Mi controlla.
P: “Adesso devo controllarla sotto i pantaloni. Si tiri in alto i pantaloni”
Mi controlla “los cojones”.
P: “Adesso, si sieda e si levi le scarpe”
Mi controlla le scarpe e fra i diti dei piedi.
P:”Bene adesso si può rivestire”

Intanto avevano controllato solo le borse alle ragazze, non potevano toccarle in assenza di agenti donna. Si permettono anche di curiosare nel cassone del furgone. Ma la confusione dei cartoni da "femmine disordinate" li fa subito desistere. Ci comandano che possiamo ripartire. Saliamo a bordo, e durante le manovre per riportarmi in carreggiata, mi accorgo che le guardie stavano smontando la furgonetta di due rastoni. I ragazzi, tirati fuori i panini, aspettavano pazienti sotto l'ombra di un ombrellone incastrato nel montante di un guard-rail.

Continuiamo il nostro viaggio sulla autopista de Navarra. La percorriamo tutta fino al casello finale. Dove, mentre pagavamo, notiamo che la Guardia Civil fuori del casello stava facendo altri controlli. Ovviamente, appena si accorgono di noi, ci fermano. Ormai siamo abbonati.
Già scocciato dal controllo precedente, saluto rapido l'agente e lo informo del nostro precedente controllo. Lui accenna di aver capito, grugna due parole all'auricolare e dopo qualche istante ci da segno di proseguire.

Arriviamo senza altri intoppi a Pamplona dove i genitori di Edurne ci accolgono. La sera ceniamo con tartine (pinchos) e vino di Rioja. La mattina della domenica viene passata da turisti in una Pamplona fremente per la imminente festa di S.Fermin. Tutto il paese è pronto per accogliere mandrie di tori e ubriachi.

Interessante la situazione che si presenta a pranzo. Siamo invitati all "società" del padre di Edurne. Da 25 anni un gruppo di amici affitta una cucina e lo stanzone adiacente per poter organizzare convivi pantagruelici. Come è da immaginarsi, i giorni di S.Fermino sono l'apice della stagione gioviale. Infatti, sono già preparati 150 litri di sangria (divisa in 3 bidoni) da offrire all gole assetate dei turisti stranieri (guiris). Invece, in forno sta cuocendo il pranzo: un maialino da latte e un agnello di Burgos.

La sera alle 22 salgo sull'autobus del ritorno. Nel viaggio scrivo al computer i miei esami e trattengo in respiro per sopportare il puzzo di vomito dei vari viaggianti nauseati. Arrivo a Valencia alle 4:00, entrato in casa mi aspetta una sgradita distrazione: il letto da fare.

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